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DICEMBRE 2024 N.21 di "diabete e..."
Pillole di conforto e serenità
Mi offre lo spunto per questo editoriale l’esperienza raccontatami di recente da un nostro associato. Doveva subire un intervento di cataratta all’occhio destro e si sentiva sereno, poiché tanti gli avevano assicurato che si tratta di un intervento non invasivo, non doloroso. Arrivato il giorno atteso da alcuni mesi, si presentò nel reparto ospedaliero ed effettuò le operazioni che gli infermieri gli suggerivano: togliere gli indumenti (quasi tutti), togliere le scarpe, calzare al loro posto le ciabatte, indossare un camice, ricevere le gocce prescritte per l’occhio incriminato … Man mano queste azioni procedevano, nonostante la grande disponibilità e gentilezza del personale, sentiva che la serenità provata in precedenza andava dileguandosi. Le subentrava un po’ di perplessità, un po’ di inquietudine, in poche parole: un po’ di fifa! Pensava che sarebbe stato meglio trovarsi comodamente seduto al bar piuttosto che sistemato su una carrozzella in un ambulatorio ospedaliero, in attesa di essere sospinto verso la camera operatoria (chissà come sarà? chissà che impressionanti strumentazioni appariranno?). Tuttavia provò a reagire e, rompendo il silenzio, prese l’iniziativa di rivolgersi alle persone che come lui, e come lui agghindate, attendevano il loro turno. Pur avendo alle spalle una lunga esperienza di vita, quasi si sorprese nel trovare tanta disponibilità al dialogo, tanta facilità di reciproca confidenza tra individui che neppure si conoscevano. E’ così che, mettendo in comune stati d’animo, informazioni sulla cataratta ed anche qualche flash di vita personale, si creò, inaspettatamente, un clima di solidarietà che fu di conforto e di incoraggiamento in quella trepida attesa. Il nostro associato ci ha comunicato questa esperienza, da lui stesso definita ordinaria e per nulla sensazionale, proprio perché, pur nella sua ordinarietà, vi ha colto l’importanza della condivisione tra le persone, nei momenti critici: problemi e difficoltà ci aiutano ad aprirci, a solidarizzare. Gli è venuto spontaneo fare un collegamento con la nostra realtà di malati di diabete ed ha pensato che il senso di un’Associazione come la nostra e di un giornalino come questo è proprio quello di consentire un dialogo tra noi persone accomunate dalla medesima patologia e di offrirci occasioni per un confronto di esperienze e spazi per suggerimenti e informazioni che possono anche essere di rilevante importanza. Tutto questo può evitarci una gestione solitaria della nostra situazione e può darci “pillole” di conforto e di serenità.
Il Presidente
Carlo Fantini